Geopolitical del porto iraniano di Chabahar (Parte 3)

Chabahar
Un’immagine di Chabahar in Iran (Credits: Safa.daneshvar, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons)

Persian Files ISSN 2975-0598 Volume 4 Issue 3
Author: Silvia Boltuc

Il porto iraniano di Chabahar, situato nel Golfo dell’Oman, è un progetto nato dalla collaborazione trilaterale fra Iran, Afghanistan ed India. Attraverso questo progetto l’Iran ha il suo primo porto in acque profonde collocato fuori dallo Stretto di Hormuz e lontano dalle problematiche legate alla sua stabilità, l’Afghanistan ottiene uno sbocco sul mare per i suoi commerci e l’India una rotta alternativa al Pakistan per il suo export verso Kabul e le Repubbliche dell’Asia centrale per poi raggiungere Russia ed Europa.

In questa terza e ultima parte di questo report l’attenzione verrà rivolta agli interessi degli attori regionali e internazionali quali Stati Uniti, Russia e Cina nei confronti del porto di Chabahar e delle dinamiche geopolitiche locali che tale struttura potrebbe influenzare.

La visione di Mosca nei confronti del porto di Chabahar

India e Russia stanno cercando di sostituire il Canale di Suez con una rotta terrestre più conveniente. A marzo 2021 il Ministro degli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar e il Ministro dei Porti, delle Spedizioni e delle Vie Marittime del paese, Mansukh Mandaviya, hanno dichiarato la loro volontà di inserire Chabahar nel progetto Corridoio di Trasporto Internazionale Nord-Sud (INSTC) che collega Mumbai con l’Europa attraverso la Russia e l’Asia centrale, osservando che il corridoio che già attraversa il porto iraniano di Bander Abbass, trarrebbe un enorme beneficio dall’inserimento del porto di Chabahar e delle città afghane di Kabul e Tashkent.

La rotta ridurrà il costo del trasporto di merci tra India e Russia di circa il 30% e ridurrà il tempo di transito da 40 giorni di oltre la metà. L’inserimento di Chabahar all’interno di questa rotta di collegamento ferroviario/stradale aumenterebbe esponenzialmente il potenziale di import-export del porto, essendo un progetto che prevede la partecipazione oltre che di India, Iran e Russia, anche di 10 paesi europei e di diversi paesi dell’Asia centrale e occidentale (Azerbaigian, Armenia, Kazakistan, Repubblica kirghiza, Tagikistan, Turchia, Ucraina, Bielorussia, Oman, Siria e Bulgaria).

Il porto di Chabahar può essere collegato al sistema di trasporto del Caspio attraverso le ferrovie di Chabahar-Zahedan, Zahedan-Mashhad[3] ed il ramo ferroviario orientale dell’INSTC Kazakistan-Turkmenistan-Iran.

Inoltre la Russia, che in chiave anti-americana condivide le posizioni di Pechino, non vede di buon occhio la penetrazione cinese in Asia attraverso la Belt and Road Initiative (BRI) e la presenza cinese nel mar Arabico attraverso il porto pakistano di Gwadar. Per Mosca è importante infatti, tentare di mantenere una posizione predominante nel trasporto di energia.

Per diverso tempo sulla stampa mondiale sono circolate voci secondo le quali la Russia, attratta dalla posizione strategica di Chabahar nell’Oceano Indiano, abbia tentato di far trasferire il porto sotto il proprio controllo. Ad avvalorare tale tesi vi è stato nel 2019 una visita di un rappresentante russo, il Direttore Generale di SEZ Lotus, Sergey Milushkin. Ufficialmente il viaggio serviva per uno studio dettagliato delle infrastrutture e dei vantaggi del trasferimento del carico lungo la nuova rotta.

Ad ogni modo il Direttore Generale dell’amministrazione portuale della provincia dove si trova il porto, Behrouz Aghai, ha smentito tale possibilità, giacché per l’Iran sarebbe impensabile cedere un tassello strategico di tale importanza sotto il controllo di una potenza straniera, riferendosi a Russia ed India, ma che comunque gli investimenti russi erano attesi. La delegazione russa ha preso atto del ruolo cruciale di Chabahar nel garantire il collegamento del Mar Caspio con l’Oceano Indiano e ha anche informato la leadership iraniana che il presidente russo Vladimir Putin è particolarmente interessato ad utilizzare l’hub logistico per scopi commerciali e la costruzione di un terminale ad hoc.

Va in ultima analisi sottolineato che le voci secondo cui l’Iran sarebbe presumibilmente pronto a dare il via libera ad una presenza militare russa nei suoi porti sarebbe in linea teorica smentita dalla costituzione iraniana che vieta il posizionamento di basi militari straniere sul proprio territorio, anche solo per scopi pacifici. 

Interessi a margine di Stati Uniti, Giappone e Cina

Negli ultimi anni gli Stati Uniti hanno tentato di intensificare l’alleanza con l’India. Per Washington tale asset è di primaria importanza per arginare l’espansionismo cinese nell’area dell’Indo-Pacifico ed in generale la sua penetrazione nel continente asiatico. In tale prospettiva Washington ha prediletto la presenza indiana anche all’interno di un paese chiave come l’Afghanistan, a scapito di Pechino ed Islamabad. Ovviamente l’interesse degli Stati Uniti non è solo di tipo strategico, ma riguarda anche la ricchezza della regione in termini di terre rare e minerali e di chi si assicurerà la loro estrazione.

Il Giappone ha manifestato il desiderio di cooperare con l’India e l’Iran ed investire nel porto. Il paese è l’investitore estero più importante per i paesi ASEAN, nonché alla testa insieme agli Stati Uniti dell’Asian Development Bank, antagonista dell’Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB) fondata a Pechino. Così come Washington, Tokyo non ha avallato la Belt and Road Initiative ed investire nel porto di Chabahar, oltre a rappresentare un vantaggio commerciale, rientra nella stessa strategia anti-cinese già perseguita da India e Stati Uniti.

La Cina, benchè abbia già il controllo del porto di Gwadar, trarrebbe vantaggio anche dall’inserimento di Chabahar all’interno della BRI. Il paese è soggetto ad una costante necessità di approvvigionamenti energetici, molti dei quali gli giungono via mare, attraverso acque contese e stretti che minano la sicurezza dei suoi rifornimenti. In quest’ottica il corridoio economico con il Pakistan è di fondamentale importanza. Parte dei suoi rifornimenti provengono dai paesi del Golfo ed il porto di Chabahar potrebbe rivelarsi fortemente strategico in tal senso.

Inoltre, estendere la propria influenza sul porto iraniano servirebbe il suo scopo di scalzare l’India nella regione. Non va in ultimo dimenticato, che a Chabahar è stata creata anche una Free Economic Zone (FEZ), che quindi si presterebbe particolarmente agli interessi economico-strategici cinesi.

Circa l’80% di tutte le forniture energetiche alla Cina dall’Africa e dal Medioriente attraversano lo stretto di Malacca ed il Mar Cinese Meridionale, un percorso di 12.000 Km. Avere accesso al porto di Chabahar ridurrebbe drasticamente il percorso degli approvvigionamenti e la sottrarrebbe dal pericolo della navigazione in acque contese e, nel caso dello Stretto di Malacca, sempre più pattugliate dall’asse India-Stati Uniti.

Conclusione

Il nascente porto di Chabahar faciliterà l’integrazione economica fra l’Europa e l’Asia, collegando l’India alla Russia. Il progetto può rappresentare un elemento chiave per la rinascita economica del settore privato afghano e tradursi in un elemento di stabilizzazione regionale.

Al contempo, l’Afghanistan che per molto tempo è stato considerato geograficamente un crocevia imprescindibile per i corridoi che attraversano il continente, rischia di vedersi sottratto questo ruolo dall’Iran, che in epoca di sanzioni ha realizzato una serie di infrastrutture che ne rilanciano il ruolo strategico all’interno del continente.

Sullo sfondo degli accordi fissati per il porto di Chabahar è possibile vedere il gioco delle grandi potenze presenti nella regione: India e Cina si contendono il ruolo di superpotenza regionale e tentano di arginare le reciproche aree di influenza e di assicurarsi i rifornimenti energetici tanto necessari alle loro economie emergenti, gli Stati Uniti che in chiave anti-cinese sostengono l’India in scenari come l’Afghanistan ed il Pakistan che invece tenta di rilanciarsi con l’appoggio di Pechino.

Infine, le repubbliche dell’Asia centrale che necessitano di acquirenti per il loro mercato energetico e la Russia, che mira non solo ai commerci ma anche ad assicurarsi la presenza all’interno dell’Oceano Indiano. Il porto di Chabahar può tradursi nella realizzazione di tutti questi interessi che ne garantiranno il successo e la competitività nello scacchiere internazionale, qualora l’Iran sarà in grado di mantenere la sicurezza all’interno dell’hub che si trova in una regione destabilizzata dalla minaccia terroristica e dalla criminalità organizzata.


E’ possibile leggere al seguente link Geopolitica del porto iraniano di Chabahar (Parte 1) l’analisi della struttura e l’importanza per la Repubblica Islamica dell’Iran e al seguente link Geoplitica del porto iraniano di Chabahar (Parte 2) gli interessi di Afghanistan, India e Pakistan nel porto iraniano. 

Do you like SpecialEurasia reports and analyses? Has our groundbreaking research empowered you or your team? Now is your chance to be a part of our mission! Join us in advancing independent reporting and unlocking the secrets of Eurasia’s complex geopolitical landscape. Whether through a one-time contribution or a monthly/yearly donation, your support will fuel our relentless pursuit of knowledge and understanding. Together, let’s pave the way for a brighter future. DONATE NOW and secure your place in shaping the geopolitical narrative.

Related Posts