Ep. 4 – Matteo Meloni e Silvia Boltuc discutono la Geopolitica del Conflitto Israelo-Palestinese

Geopolitical Report podcast - Ep.4
Geopolitical Report - SpecialEurasia
Ep. 4 - Matteo Meloni e Silvia Boltuc discutono la Geopolitica del Conflitto Israelo-Palestinese
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In questo nuovo episodio Giuliano Bifolchi, Research Manager di SpecialEurasia, analizza gli eventi e le dinamiche geopolitiche inerenti al conflitto israelo-palestinese e alla Striscia di Gaza insieme a Matteo Meloni, giornalista e analista geopolitico specializzato in Medio Oriente direttore responsabile di TocToc Sardegna, e Silvia Boltuc, Managing Director di SpecialEurasia.

L’attaco militare di Hamas il 7 ottobre 2023 ai danni di Israele ha decisamente elevato il rischio geopolitico dell’intera regione mediorientale e comportato l’intervento armato di Tel Aviv nella Striscia di Gaza con l’obiettivo dichiarato dalla leadership israeliana di eliminare sia il Movimento di Resistenza Islamica che la Jihad Islamica Palestinese.

Un evento, quello del 7 ottobre, che non solo ha riportato la discussione e l’attenzione internazionale sulla dimenticata questione palestinese, ma che ha sottolineato come l’instabilità regionale fosse sempre più una realtà spesso ignorata.

Se l’attacco militare di Hamas ha inoltre evidenziato le fragilità interne del sistema di sicurezza e intelligence israeliano, tale evento è stato anche l’espressione di anni di difficoltà in cui versa la popolazione palestinese spinta a supportare e sopportare la leadership del Movimento di Resistenza Islamica salita al potere nelle oramai lontane elezioni del gennaio del 2006.

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Come evidenziato nelle analisi prodotte da SpecialEurasia, l’intervento militare israeliano nella Striscia di Gaza non ha solo causato un forte inasprimento dello scontro con un elevato numero di vittime civili tra la popolazione palestinese così come un significativo (ma fino a qua ancora non precisato) numero di perdite militari israeliane, ma ha anche comportato una grave crisi umanitaria e una serie di reazioni nel mondo arabo-musulmano e in quello occidentale capaci di influenzare le dinamiche geopolitiche mondiali.

Nella discussione avvenuta con Matteo Meloni e Silvia Boltuc si è cercato di inquadrare il conflitto israelo-palestinese prendendo in esame sia le dinamiche regionali mediorientali che quelle internazionali con attori come Europa, Stati Uniti e Russia e regionali come Turchia, Arabia Saudita, Qatar, e Iran direttamente interessati anche se su posizioni differenti.

Quale soluzione per la questione palestinese? Seppur con posizioni differenti, in questo podcast gli speaker hanno avanzato ipotesi differenti su una possibile (o impossibile) soluzione dell’attuale conflitto israelo-palestinese.

Se l’idea spesso suggerita da molti di due popoli due stati sembra oramai una remota e recondita soluzione ancorata a un passato oramai lontano che non aveva sperimentato né gli orrori del 7 ottobre 2023 né la catastrofe umanitaria della Striscia di Gaza dove le vittime potranno superare le 30 mila persone, Matteo Meloni ha sostenuto la possibilità di realizzare un unico Stato federazione dove israeliani e palestinesi possano imparare a vivere insieme.

Una possibilità ampiamente discussa durante il podcast che si scontra, come sostenuto da Silvia Boltuc, con una realpolitik e con la geopolitica della regione. Un’area, quella del Vicino e Medio Oriente o dell’Asia occidentale, dove Israele vede nell’uso della forza militare lo strumento necessario per creare quella buffer zone che possa proteggere il nucleo dello Stato ebraico dalle minacce esterne rappresentate sia da Hamas e Jihad Islamica Palestinese che dagli altri paesi arabi circostanti.

Una regione, il Medio Oriente, tornata alla ribalta a causa delle implicazioni causate dal conflitto israelo-palestinese che hanno raggiunto il punto massimo quando gli Houthi dello Yemen, in risposta all’azione militare israeliana nella Striscia di Gaza, hanno iniziato a colpire le imbarcazioni commerciali nel Golfo di Aden influenzando la logistica e il trasporto marittimo nel Mar Rosso.

Una dimostrazione di come il rischio geopolitico derivante dal conflitto israelo-palestinese non solo sia aumentato, ma abbia interessato direttamente l’Europa e il sistema di commercio internazionale con decisive ripercussioni sulle economie dei singoli paesi.

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