Le dimissioni presidenziali in Abkhazia e la crisi politica interna

La repubblica di Abkhazia situata nel Caucaso sta vivendo una crisi politica interna dopo le dimissioni del presidente Raul Khajimba avvenute nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2020. La crisi politica abcasa ha impatto significativo su un paese che è dipendente dal supporto economico-finanziario e militare russo e che vive un isolamento perpetuo a seguito della sua indipendenza ottenuta de facto nel 2008 a seguito della Guerra Russo-Georgiana.

Raul Khajimba era stato rieletto per la seconda volta lo scorso 8 settembre 2019 vincendo soltanto grazie a 1,22% di voti in più rispetto al suo diretto avversario Alkhas Kvitsinia. Fin dall’inizio di gennaio 2020 diverse proteste avevano animato la vita della capitale abcasa Sukhumi e lo scorso 9 gennaio 2020 un gruppo di manifestanti (circa 500-800) aveva preso d’assalto il palazzo dell’amministrazione presidenziale chiedendo le dimissioni del presidente e riuscendo a entrare all’interno della struttura dopo aver forzato porte e finestre.

Alle proteste aveva preso parte anche il partito di opposizione Aytaira che vedeva nelle dimissioni del presidente abcaso l’unica soluzione per evitare un peggioramento della situazione. La Russia, diretta interessata nella politica interna dell’Abkhazia, aveva prima inviato il 10 gennaio 2020 Rashid Nurgaliev, vicesegretario del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, e poi il 12 gennaio Vladislav Surkov, advisor presidenziale su Abkhazia, Ossezia del Sud e Ucraina.

Anche se Raul Khajimba aveva dichiarato la possibilità di utilizzare lo ‘stato di emergenza’ per riportare la tranquillità e sicurezza nel paese confermando la sua volontà di continuare a ricoprire la carica presidenziale, dopo l’arrivo di Surkov e gli incontri avvenuti soltanto con l’opposizione il presidente abcaso ha presentato le proprie dimissioni lasciando la guida del paese al primo ministro Valeri Bganba.

L’Abkhazia, così come l’Ossezia del Sud, hanno ottenuto la loro indipendenza a seguito del conflitto tra Russia e Georgia avvenuto nell’agosto del 2008. Queste due repubbliche sono divenute de facto indipendenti anche se hanno ricevuto il riconoscimento internazionale soltanto dalla Federazione Russa e alcuni paesi alleati del Cremlino come il Venezuela e il Nicaragua. In realtà sia Abkhazia che Ossezia vivono in uno stato permanente di ‘isolamento’ internazionale, fattore che spinge entrambi i governi abaco e osseto a volgere lo sguardo verso Mosca che garantisce la stabilità politico-economica e il supporto militare.

La Georgia ha da sempre considerato Abkhazia e Ossezia del Sud come due regioni del proprio territorio sovrano e ha accusato più volte la Federazione Russa di occuparle militarmente.


Autore: Giuliano Bifolchi

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  • Giuliano Bifolchi

    SpecialEurasia Co-Founder & Research Manager. He has vast experience in Intelligence analysis, geopolitics, security, conflict management, and ethnic minorities. He holds a PhD in Islamic history from the University of Rome Tor Vergata, a master’s degree in Peacebuilding Management and International Relations from Pontifical University San Bonaventura, and a master’s degree in History from the University of Rome Tor Vergata. As an Intelligence analyst and political risk advisor, he has organised working visits and official missions in the Middle East, North Africa, Latin America, and the post-Soviet space and has supported the decision-making process of private and public institutions writing reports and risk assessments. Previously, he founded and directed ASRIE Analytica. He has written several academic papers on geopolitics, conflicts, and jihadist propaganda. He is the author of the books Geopolitical del Caucaso russo. Gli interessi del Cremlino e degli attori stranieri nelle dinamiche locali nordcaucasiche (Sandro Teti Editore 2020) and Storia del Caucaso del Nord tra presenza russa, Islam e terrorismo (Anteo Edizioni 2022). He was also the co-author of the book Conflitto in Ucraina: rischio geopolitico, propaganda jihadista e minaccia per l’Europa (Enigma Edizioni). He speaks Italian, English, Russian, Spanish and Arabic.

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